Tecnica di pesca in acqua dolce



I fiumi della nostra penisola nascono dai grandi laghi. Spesso hanno invece origine come ruscelli e torrenti: acque tumultuose che scavano tra rocce e boschi e scendono dalle montagne. Sono luoghi in cui vivono trote, temoli, e altre specie che sostano nelle buche sotto le cascate e in altre più profonde e tranquille. Il torrente, il piccolo fiume vanno studiati con attenzione: ci sono periodi dell'anno in cui l'acqua è bassa,
potremo valutare dove il pesce si tratterrà nei mesi in cui l'acqua tornerà abbondante: terremo nota delle buche, degli avvallamenti, ma anche della posizione di rocce e massi: dietro a essi - tornata la piena -si formeranno zone di calma in cui la trota e altre specie quali il luccio stazioneranno per cibarsi, per riposare. Punti importanti di pesca sono le confluenze di due corsi d'acqua:Qui le correnti fanno sedimentare detriti e altro e creano zone improvvisamente più tranquille. I pesci se ne stanno nei punti più calmi e solo ogni tanto si gettano nel pieno della corrente attratti dal cibo che passa. E i predatori quali i lucci stazionano in vigile attesa presso le rive. Dove un corso d'acqua lento confluisce con uno più veloce si creano spesso movimenti circolari dell'acqua che giorno dopo giorno provocano la formazione di buche profonde in cui si tratterranno in modo particolare di pesci frequentatori dei fondali, quelli da insidiare con le tecniche della pesca a fondo. Quando anche a valle i corsi d'acqua si fanno impetuosi, i pesci tendono a rifugiarsi nei rami secondari dove la corrente rimane tranquilla - sono periodi in cui è bene pescare proprio in questi ambienti più riparati nei quali la presenza di pesci è momentaneamente ricca. Un altro ambiente spesso generoso e quello costituito dalle lanche, sono i luoghi frequentati da pesci che li usano sia per rimanervi in modo stazionari per riserve di cibo.Qui troveremo dai pesci gatto ai persici, dalle trote alle anguille, dai triotti ai lucci, alle alborelle.


I piccoli canali o le prese per l'irrigazione

I piccoli canali o le prese per l'irrigazione sono sempre da provare, perché rappresentano oasi tranquille in cui il pesce ripara spesso e volentieri. In pianura, dove la corrente va ampia e pacifica, e i fondali ghiaiosi si alternano e convivono con la vegetazione sommersa e con i canneti, molte specie di ciprinidi trovano un habitat idoneo alle loro abitudini. Lungo il canali per l'irrigazione, specie quelli che da anni non vengono più utilizzati e che sono dunque divenuti ambienti naturali, troviamo ricche presenze di anguille, carpe, tinche, scardole, triotti e altre specie.

Le acque ferme


La presenza di pesci nei diversi ambienti acquatici, e il modo per pescarli, è sempre legato all'alimentazione.Pertanto, il pesce che frequenta corsi d'acqua ha abitudini assai diverso da quello, magari della stessa specie, che vive invece in stagni, laghetti e nei grandi laghi. Che uno specchio d'acqua sia profondo oppure no, cristallino o torbido, piccolo o amplissimo, il discorso non cambia molto. In esso c'è comunque il nutrimento - che il pesce trova anzi tutto nel e sul fondo - costituito da residui vegetali ed altri materiali di tipo organico, il tutto è composto dai microrganismi di cibo per le piccole creature dell'acqua, a loro volta cibo per altre più grosse e cosi via lungo tutta la catena alimentare. I piccoli crostacei trovano nutrimento nei primi strati del fondo mentre in quelli sottostanti vivono vermi larve di insetti acquatici. Sono animaletti importanti per il nutrimento di molti pesci detti di fondo, quali carpe e tinche che mangiano ficcando la testa nel fango e localizzando il cibo con i barbigli. Sono soliti aspirare grandi quantità di sedimento per poi trattenere gli elementi commestibili: in questo modo creano "nuvole" di fango nell'acqua, grazie alle quali il pescatore può individuare i punti in cui stanno grufolando. Inoltre, quando i pesci di fondo cercano il cibo muovendo il fango liberano bolle di gas naturale - ecco allora che nei momenti di maggiore attività, all'alba al tramonto, parecchie bollicine salgono alla superficie e segnalano che li ci sono pesci in attività. Anche il luccio che scatta dal nascondiglio per afferrare la preda sconvolge il fango e libera i gas, provocando la comparsa di bollicine. Gli specchi d'acqua più piccoli si suddividono in due categorie: quelli ad acqua chiara picchi di vegetazione sommersa, e quelli con acque torbide o opache la cui vegetazione è costituita più che altro da canne e carici. Gli stagni non molto profondi tendono ad avere acqua più calda, che favorisce la rapida crescita degli organismi che li abitano. Una grande varietà di piante acquatiche contribuisce a mantenere l'acqua trasparente e favorisce la presenza di piante galleggianti che offrono riparo e ombra ai pesci si tratta dunque di ambienti in cui cercare lucci, persici e boccaloni. Anche le rive ricche di vegetazione richiamano il pesce - i rami che si proiettano sull'acqua danno riparo dal sole, e lasciano cadere insetti nonché frutti quali le bacche, "pasturando" la zona. Sott'acqua, radici e rami si coprono di alghe attirando molluschi e larve. Quando ci diamo come luogo di pesca un lago grande, sarebbe studiarne prima le caratteristiche per individuare gli ambienti che mette a nostra disposizione: i diversi tipi di fondale, e sì che, le scarpate, le profondità. Lungo le sponde dei grandi laghi ricercheremo i punti contro i quali soffia il vento - lì in superficie si concentra il plancton e gli avannotti sono attirati dall'abbondanza di cibo, e a loro volta alcuni piccoli predatori. In questo modo una vasta superficie che magari il giorno prima sembrava riserve di pesce può, grazie al vento, trasformarsi in campo di pesca. Un sistema per individuare il mondo ci sono buone concentrazioni di pesce consiste nell'osservare gabbiani, aironi e simili, che raramente perdono  branchi che sono loro prossime prende. il pescasportivo impara a leggere fondali, acque e il vento. C'è di mezzo il progresso della tecnica non bisogna esattamente sottovalutarne l'importanza. La pesca sportiva non dovrebbe però perdere mai la sua fondamentale poesia, che sta anche nell'offrire a chi la pratica la possibilità di immergersi nei più diversi ambienti naturali.

Altri piccoli consigli:

Le trote o i temoli: rimangono più volentieri nelle acque mosse e ossigenata del fiume. Lungo gli argini, dove l'acqua si fa più lenta anche per l'azione della vegetazione, troveremo più spesso cavedani, lucci, persici e parecchia minutaglia. Nei punti profondi dove si accumulano i sedimenti, non avremo difficoltà ad andar dietro ad anguille, pesci gatto, ma anche a carpe e tinche. Dove i fiumi si presentano particolarmente puliti non è raro trovare attaccati alle alghe e non solo, colonie di piccoli crostacei che sono esche formidabili per molte specie di pesci d'acqua dolce. Tra l'altro, la presenza di costarci è un infallibile segnale delle condizioni del corso d'acqua dove c'è inquinamento questi animaletti non sopravvivono. 
Evitare i pescatori: ancor prima di cercare i pesci, preoccupatevi di scansare i pescatori. La compagnia è una bella cosa in occasione di gite turistiche o di passeggiate al mare, ma sul torrente è decisamente da evitare. Prima di iniziare a pescare controllate di non avere vicino altri pescatori in un raggio di almeno 50 metri, il minimo indispensabile per una mattinata di pesca sul torrente. La cosa cambia se si desidera pescare in compagnia di un pescatore con il quale esiste già un buon affiatamento; in questo caso è sufficiente organizzarsi e coordinare le manovre di pesca per divertirsi insieme. Mimetismo: cercare di essere i più mimetici possibili, evitare di indossare vestiti dai colori sgargianti. In realtà la cosa essenziale è quella di avvicinarsi all'acqua cercando la copertura visiva che i massi lungo la riva del torrente possono offrire; evitare nel modo più assoluto di camminare in posizione eretta , agitando la canna e facendo volteggiare decine di metri di coda di topo. Mantenersi bassi è sufficiente per avvicinare qualsiasi trota, tenendo presente che tanto più la trota è in superficie, tanto più ristretto è il suo campo visivo. Gli spostamenti: se non farsi vedere da una trota può essere relativamente facile, veramente difficile è non farsi sentire. Nel camminare sul fondo sassoso della riva di un torrente si producono rumori che si trasmettono nell'acqua e che i pesci sono abituati ad interpretare come segnali di pericolo. È sufficiente smuovere inavvertitamente una pietra con un piede per vedere immediatamente, nel bel mezzo di una schiusa, tutte le trote di una buca smettere di bollare. Quindi nello spostarsi sulla riva cercare, nei limiti del possibile, di non camminare pesantemente; è importante cercare di poggiare i piedi su sassi di grosse dimensioni e quindi di maggiore stabilità;Non entrare in acqua: questa è un'altra regola fondamentale nel corretto avvicinamento al pesce. Evitare nel modo più assoluto di entrare con i piedi in acqua. Camminate con la massima discrezione sempre sulla riva del torrente senza neppure toccare l'acqua con la punta dei piedi perché questo è senza alcun dubbio il modo migliore di fare scappare tutte le trote della zona. 

Pasture
Formaggio: Il migliore risulta il groviera, quello con i buchi, che è molto saporito e tiene saldamente l'amo. Vi si pesca principalmente a fondo ed è appetito dai barbi, dalla tarda primavera all'autunno. Non essendo esca reperibile in natura richiede anch'esso una pasturazione, non preoccupiamoci: non si tratterà di buttare nel fiume qualche chilo di groviera! Basterà invece procurarsi un bel numero di ciottoli porosi, su cui strisceremo con vigoria avanzi di formaggio groviera, in modo che sapore e particelle si insinuino tra le venature dei sassi. A questo punto non rimarrà che recarsi sul fiume, e lanciare i sassi nella moderata corrente e fondo ghiaioso che avremo scelto per la pesca! Il giorno dopo e quelli successivi potremmo tranquillamente piazzare le canne, innescate con cubetti di formaggio di 2x2 centimetri, e attendere fiduciosi. Per l'innesco del cubetto, si procede come segue: si stacca il finale della lenza dal moschettone, se ne passa la sommità superiore in un grosso ago e si infila l'ago nel pezzo di formaggio. Ceci: Le carpe ne sono letteralmente ghiotte, e li vogliono ben lessati, tali e quali come li mangiamo noi! Si pastura senza parsimonia l'angolo fluviale o lacustre che abbiamo scelto, e dopo un giorno di pausa siamo pronti per cominciare. Si innescano due ceci su un amo forgiato n. 5-6.
Bigattino: È l'esca più usata, poiché vi si catturano tutte le specie ittiche,luccio escluso. Può essere innescata singolarmente, su ami del 18-20, per i pesci più piccoli, o in numero di due o tre alla volta, insidiando alla passata prede di maggior peso. In caso di innesco multiplo, si adopereranno ami entro le misure 17-14, e si avrà l'accortezza di infilzare completamente la prima larva, nel senso della lunghezza, per celare il gambo dell'amo. Durante la pesca alla passata, è sempre necessario pasturare con manciate di bigattini. Quali siano queste specie è facile indovinarle: tutti i predatori, trota compresa, quindi, dato che è la più nominata a proposito di larve di mosca, i quali posseggono denti su mascelle, lingua e palato, atti ad afferrare e trattenere la preda, senza permettere la masticazione. Diversamente i pesci onnivori (Barbi, Cavedani ed ogni altro ciprinide), sprovvisti di denti in bocca, si avvantaggiano di speciali denti faringei, fatti a pettine, per triturare il cibo prima che prenda la via dell'esofago, ed i bigattini arrivano nei loro stomaci, sistemati a dovere. Questa esca, per essere conservata a lungo allo stadio di larva, necessita di un ambiente freddo. Lombrico: Quando i bigattini non erano diffusi, il ruolo di esca regina apparteneva al lombrico, impiegato intero per i pesci grossi o a pezzetti per la minutaglia. Oggi il suo uso ha subito un calo notevole,  ed anzi alla passata sono davvero pochi a servirsene. le due specie di vermi più adatti per la pesca sono il lombrico di fango e il lombrico di letame. Il primo, più grosso e di color grigio-marrone è adatto alla pesca a fondo, in special modo anguille, ma anche per carpe e tinche; il secondo, di dimensioni ridotte e di colore rosso, si presta alla pesca alla passata per barbi e cavedani. Il momento migliore per la pesca col lombrico alla passata si ha con acque velate da recenti scrosci e magari aumentate leggermente di livello. Altra situazione favorevole all'uso del lombrico: le foci di torrenti limpidi che immettono nel fiume torbido. L' uso del grosso verme di fango, a fondo, è invece legato ad acque decisamente torbe. Non dimentichiamo inoltre che il lombrico, preferibilmente di fango, rappresenta l'esca primordiale per le trote di torrente, che difficilmente lo rifiuteranno, qualunque sia il colore delle acque. Il persico gradisce invece il rosso lombrico di letame che, essendo molto più mobile dell'altro, stimola maggiormente l'attenzione di questo predatore. Se molto piccolo, il lombrico rosso conviene innescarlo in coppia, di cui uno starà sul gambo dell'amo, l'altro sulla curva. Pane: Pur essendo un'esca per tutte le stagioni, il pane viene correntemente adoperato nei mesi freddi. Esclusi i carnivori, tutti gli altri pesci mangiano il fiocco di pane. Si innescano pezzi di mollica, freschissima e cotta poco, grandi come una mora di rovo, facendoci passare delicatamente l'amo dentro e schiacciando poi con le dita il pane attorno alla paletta. Il boccone anche senza l'intervento del pesce, si perde ad ogni passata, ed occorre perciò rinnescare continuamente. Ma è una fatica sopportabile, poiché col fiume ed il tempo in buone condizioni, le tirate non mancheranno! L' amo per il pane è un n. 12-13, fine, a gambo lungo, di colore bianco. Con questa esca basta pasturare all'arrivo sul fiume e durante l'azione di pesca, con palle di pane, fatto macerare in acqua, ridotto in poltiglia e ben strizzato. Mais: È buono per la pesca quando, ancora acerbo, è morbido ed emette un lattice dolciastro. Molti pesci lo gradiscono ma se ne fa uso più che altro per cavedani, carpe e tinche. Per cavedano si pesca alla passata, con ami n. 12-13-14 (a seconda della grandezza del chicco) a gambo corto, storti, fini, dorati. Si innesca un solo chicco, facendogli entrare l' amo dalla estremità unita alla spiga, appena sotto pelle, e facendolo poi girare in modo che la curva di ferro aderisca a quella del frutto. Il tipo di amo consigliato si confà pienamente a questa operazione. Per le carpe e le tinche invece si pescherà a fondo con un amo a gambo lungo, forgiato, storto, n. 6-7 che porterà tre chicchi infilzati dal loro lato più largo.



Altre utili pasture:


Si fa cuocere in acqua salata della farina di granoturco per circa mezz'ora avendo anche pronte delle patate bollite nella quantità del 40% (60% di farina). Poi si amalgama il tutto, si lascia cuocere a fuoco lento per pochi minuti tutto l'impasto continuando a rimestarlo. Poi lo si rovescia su un tavolo e lasciatolo raffreddare un poco si continua a lavorarlo con le mani finche la pasta non raggiunge un certo grado di compattezza ed elasticità. Si scioglie lentamente un etto e mezzo di farina di grano in mezzo litro d'acqua: si otterrà una soluzione molto liquida che si farà cuocere lentamente per una decina di minuti. Durante la cottura si aggiunge a piccole dosi della farina di granoturco e si continua ad aggiungere finche il tutto non diventa consistente. Mentre si aggiunge la farina di granoturco e per tutto il tempo della cottura, rimescolare lentamente l'impasto.  Anche in questo caso a cottura ultimata si versa la pasta su un tavolo, la si lascia raffreddare e poi la si impasta a mano finché non diventa compatta ed elastica. Si scioglie un etto e mezzo di farina bianca in un litro e mezzo di acqua e si fa cuocere finché il liquido non diventa consistente. Indi si rovescia tutto su un tavolo, si lascia raffreddare aggiungendo poca farina bianca; quindi si addiziona farina di bacocci impastando lentamente a mano: si impasta e si aggiunge farina finché non si ottiene un impasto molto soffice e ben amalgamato. Mischiamo della farina di mais di segale e di grano nelle proporzioni di mezzo chilo:impastiamo con acqua e manipoliamo per ottenere una massa compatta. Dividiamo poi il tutto in tre o quattro pezzi e ricopriamolo con della tela molto fine. Mettiamo poi sul fuoco acqua, sale e menta, e facciamo cuocere immergendo il precedente impasto con la tela. Quando i pezzi di impasti verranno a galla lasciamo raffreddare il tutto coprendolo con della tela bagnata affinché l'acqua dell'impasto non evapori. Si impastano tre etti di farina bianca a freddo con un etto di farina di bacocci, aggiungendo relativamente acqua e mollica di pane bagnata e strizzata: si impasta cosi finché non si ottiene un impasto soffice e, come al solito, elastico. Prendiamo mollica di pane, patate bollite, e un tuorlo d'uovo e impastate il tutto a freddo: se la pasta si rileverà molle o dura aggiungere a seconda dell' eventualità pane o patate. Prendiamo della mollica di pane bollita precedentemente in del latte con della canapa fresca polverizzata e del formaggio bianco. Lasciato fermentare, questo impasto diverrà piuttosto duro: al momento della pesca aggiungere un po' di miele. Facciamo bollire cinque o sei patate dentro un infuso di menta e poi facciamo un purè che impastiamo con farina di segale e due cucchiai miele in modo da ottenere un impasto ben compatto.


Pesca all'alborella


Nella pesca dell'alborella si usano canne comprese tra 1,5 m a 6 m,con lenze composte da galleggianti che possono variare dal peso di 0,10 g a circa 5 gr.La taratura del gallaggiante avviene applicando dei pallini di piombo molto ravvicinati a 7–10 cm dall'amo Si utilizzano ami a gambo lungo molto sottili nelle misure da 26 a 18 innescati con particolari bigattini derivanti dallo sterco di maiale da cui devono il loro nome(maialini). LA PASTURAZIONE Si effettua con pastura a base di pane,crisalide del baco da seta,latte in polvere,il tutto macinato molto fine. La bagnatura della pastura può avvenire in due modi.Bagnata con tanta acqua sino ad ottenere una pappetta,che usata in acqua ferma crea un alone a galla dove vengono attirate le alborelle. Bagnata con poca acqua in modo che rimanga sfarinata.Con questo sistema si riesce a far lavorare la pastura a diverse profondità solo cambiando il grado di pressione della pastura(più la si pressa con la mano più si aprirà a maggiore profondità).Si usa prevalentemente per pescare grosse alborelle ed in acqua corrente. AZIONE DI PESCA Deve avvenire nel modo più preciso e veloce,laciando la lenza in acqua e pasturando ogni volta che si sta salpando l'alborella,per non fare disperdere il branco di alborelle arrivate in pastura. 

Carpfishing

la tecnica del carpfishing è inerente alla pesca esclusiva della carpa.Questa tecnica si pratica molto nelle acque ferme o con pochissima corrente,ricche di vegetazione sommernsa e con picchi di profondi dove si accumula il cibo. Per avere un buon pescato,cioè il periodo migliore per applicare il carp-fishing è poco prima dell'estate,gli orari ideali sono la mattina presto e il pomeriggio tardi,per quanto riguarda gli esemplari durante le ore notturne.Per praticare il carp-fishing servono La canna che deve essere almeno di mt 3.5 fino a mt 4.10, particolare attenzione deve essere prestata al cimino che per i lanci lontano dalla riva la sua rigidità favorisce l'autoferrata, per questo sono indicate le canne in carbonio trecciato fisse.per quanto riguarda il mulinello deve avere una buona capacità di filo, almeno 150-200 mt. dello 0.30, e una buona frizione, con almeno tre cuscinetti, meglio se posteriore, per poterla meglio regolare durante il combattimento.
Twin Power XT-RA della Shimano
6+1 cuscinetto a rulli
Capacità di recupero 5.0:1

Shimano Baitrunner Aero 5000 GTE
XT A 12300 DL della Shimano


Le escha utilizzata per il carpfishing è la boiles,bigattino, mais, grano saraceno, polenta. Ma per le carpe l'esca preferita è il mais.
Per quanto riguarda i terminali,la cosa più importante durante la preparazione,sono le girelle,perchè evitano di far ingarbugliare la lenza durante il combattimento.


Catfishing

Negli ultimi anni si è diffuso in molti luoghi un nuovo pesce, diventato presto famoso per le sue enormi dimensioni: il siluro. Questo pesce appartiene alla famiglia dei Siluriformi, la stessa dei pesci gatto, composta da decine di specie di cui solo 2 marine. Nelle sue zone di origine arriva a dimensioni enormi, il record non ufficiale del Danubio è di 340 chili e si parla di un lago russo in cui con le reti ne sarebbero stati catturati da oltre 400 chili. Questo pesce è onnivoro, ma è soprattutto un “grufolatore” come i suoi parenti. Può passare senza troppi problemi da una dieta erbivora agli invertebrati e ad altri pesci. Per le sue caratteristiche fisiche spesso rimane sul fondo, ma non è raro (specie durante una piena) che ogni tanto cacci in superficie.Inoltre, anche se preferisce acque calde e i fondali melmosi, può risalire i fiumi arrivando vicino alla zona “a trota”. Tuttavia è un pesce “che tira”, per il suo notevole peso, perché tende a “impuntarsi” a testa bassa e anche per la notevole pressione della corrente sulla superficie del suo corpo. Una caratteristica di codesto pesce è il suo apparato sensoriale, da non farsi ingannare dai suoi piccoli occhi: in realtà ha dei sensi sviluppatissimi che lo aiutano a trovare il cibo. La pesca al siluro è il classico SPINNING, le attrezzature e le esche  variano in base alla taglia che si vuol pescare. Per le taglie piccole basta una canna normale (tipo quelle da bass) e un buon 0,25 – 0,30, invece per le taglie medio grandi si sale decisamente,intendo come caratteristiche dell'attrezzatura,tuttavia nella maggior parte dei casi una buona canna da lucci con una potenza 20-60 o 40-80, un buon mulinello e un buon filo dal 0,35 allo 0,50. Come esche, ottimi gli ondulanti, i crankbait e gli shad siliconici, nelle misure rapportate all’attrezzatura.
Esche per la pesca del siluro in lago

ESCHE VIVE
Qualsiasi pesce vivo può essere innescato e mantenuto in pesca a qualsiasi profondità. Le posizioni più sfruttate sono a fondo o in superficie, ma molte altre sono da sperimentare a seconda del luogo in cui si pesca. Ad esempio, se ci sono alghe che tutto intorno alla zona in cui vogliamo pescare che si alzano anche due metri dal fondo, quando i siluri sono in caccia devono muoversi sopra le erbe e dunque un esca posizionata a questo livello è molto più facile da intercettare. La montatura base per le esche vive è la "Link ledgered", da usare a fondo o con una palla di polistirolo sulla curva dell’amo per creare un effetto "pop up". Questa montatura è descritta in dettaglio nella sezione relativa a montature e tecniche di pesca.
ESCHE MORTE
Tutti i pesci morti, soprattutto quelli di mare, possono essere usati. Si innescano allo stesso modo di quelli vivi e possono essere presentati sia interi che a pezzi piccoli o grossi. Ogni parte del pesce può essere usata, dato che il siluro non pare avere preferenze. Le esche possono essere fresche, ma funzionano anche vecchie e maleodoranti. Anche se si possono utilizzare da morti i pesci pescati in loco, i migliori per questa tecnica sono i quelli di mare. In primo luogo lo sgombro, molto attirante per il grande contenuto di olio, poi l’aringa e la sarda. Si è rivelato molto valido iniettare sottopelle ai pesci morti gli speciali oli di pesce aromatizzati usati per preparare le boilies o addirittura aromi specifici per il carpfishing (eccezionale si è rivelato il "monster crab" di Rod Hutchinson).
VERMI
Si possono usare vermi di ogni tipo, ma quelli comuni (di terra) sono i più usati per la loro taglia. Si possono innescare con i terminali visti per le esche vive, o, in un modo più ingegnoso, a grappoli dopo averli iniettati d’aria con una siringa per farli galleggiare in modo allettante dal fondo.
CALAMARI E SEPPIE
Sono ottimi innescati interi o in pezzi. Un buon metodo consiste nel tagliare la testa, sminuzzarla e infilarla nel corpo, realizzando così un succoso involtino. L’attrattiva di queste esche aumenta notevolmente, come per i pesci morti, iniettandogli oli di pesce o aromi al pesce, oppure lasciandoli a bagno e poi congelandoli nell’aroma stesso(come fanno i carpisti con gli ammolli per le boilies). Calamari e seppie possono essere usati a fondo o con il metodo "pop up", sono un esca leggera e rimangono adagiati sopra le erbe anche se presentati su montatura scorrevole nella pesca ravvicinata. Hanno la pelle dura e resistano bene ai lanci violenti nella pesca a lunga distanza.
BUCCINI E COZZE
Sono un ottima esca se usate tre o quattro alla volta sull’amo e lanciate a fondo con lenza fissa o scorrevole. Se si usa la lenza scorrevole bisogna avere un indicatore di mangiata in calata, dato che spesso il pesce inghiotte l’esca e nuota verso il pescatore.
CARNE LESSA
Tagliata nella pezzatura più adatta alla situazione è un ottima esca. I pezzi più piccoli vanno lanciati come pasturazione intorno all’esca.
BOILIES
Si possono realizzare ottime esche per lunghe sessioni di pesca utilizzando un mix base o al pesce (la cosa fa poca differenza) aggiunto di sardine o aringhe frullate e rollato nelle dimensioni di un uovo. La cottura deve essere lunga per avere esche piuttosto dure, che si possono innescare con un hair-rig di dimensioni appropriate.
FEGATO BOVINO
Ovunque ho assistito a catture con questa esca. Soprattutto in estate, utilizzata sul fondo, la considero una delle migliori esche per il siluro in acqua ferma.
SANGUISUGHE
Sono un eccellente e resistente esca, ideale per le lunghe sessioni di pesca in quanto rimane viva per ore e, a differenza dei vermi, non è rovinata dagli altri pesci.

La montatura per Grubs e Vermoni.

Materiale ed attrezzi occorrenti:

1)  La solita ruzzola di filo di acciaio inox dello 0,80 (anche più grosso se vogliamo insidiare i giganti delle specie !);

2)  Le pinzette a becchi conici, le pinze normali e le tronchesi;

3)  Piombi sferici forati da 5 - 10 - 15 gr. o quelli grossi a proiettile impiegati nell’innesco Texas nella pesca al B.B.

4)  Grossi e robusti ami singoli, ad occhiello, nelle misure adeguate alla taglia delle prede e delle grandi esche siliconiche impiegate.

Montaggio del terminale:

n    Iniziamo tagliando uno spezzone di acciaio inox della lunghezza di ca. 12 centimetri ;

n    costruiamo in una delle estremità un anello, con l’aiuto di pinze e pinzette, come già spiegato nell’articolo sui rotanti;

n    Infiliamo la sfera di piombo (o il piombo a proiettile);

n    Richiudiamo il tutto con un secondo anello, dopo averci infilato dentro l’amo;

n    Verniciamo il piombo, se non ci piace il colore ”plumbeo”, e la montatura è ultimata.

questa montatura vale anche per le esche che ho riportato sopra!



Caratteristiche dell’attacco del Siluro :

Il Siluro, può attaccare queste esche anche a piccoli strappetti (tipo Black Bass), se accade, abbassate la canna e quando parte il filo, preparatevi a ferrare un paio di volte con forza, per conficcare bene l’amo nell’ampia bocca del pesce. Questo tipo di attacco all’esca è però tipico delle acque ferme, dove il pesce ha tutto il tempo per “meditare” l’artificiale e pure di rifiutarlo. Usandola in corrente (ad es. recuperando a flipping dalla barca), il pesce attaccherà quasi sempre in modo deciso e brutale. Attenti al momento dell’attacco, è quasi sempre repentino ed inaspettato, e capace di strapparci la canna dalle mani ! Quando il Siluro decide di attaccare, anche se di media taglia, lo fa in modo irruento partendo con fughe improvvise e velocissime. La ferrata (o le ferrate), andranno impresse comunque, per essere certi di far presa. La frizione andrà tarata al punto giusto (per chi la usa), pena la rottura sicura della lenza.






La pesca all'inglese
La pesca all'inglese è un tipo di pesca che viene effettuata utilizzando delle canne telescopiche/ad innesti con una lunghezza compresa tra i 3,9 e i 4,5 e metri dotate di mulinello.Si utilizzano per tale pesca i galleggianti all'inglese, i quali vengono uniti alla lenza da una sola estremità. L'azione di pesca si svolge lanciando il galleggiante ad una distanza che può arrivare anche ad 80 m, procedendo (immediatamente dopo la caduta in acqua del galleggiante) ad un veloce recupero di 2/3 metri sott'acqua per far affondare il filo. La canna viene montata con una quantità di anelli doppia rispetto ad un attrezzo utilizzato per la pesca alla bolognese in quanto dopo aver immerso il cimino in acqua, il filo tenderebbe altrimenti ad attaccarsi su di essa impedendo una regolare azione di pesca. La pasturazione viene effettuata nelle vicinanze della zona di caduta del galleggiante. Questa tecnica consente di pescare con una lenza estremamente leggera (in quanto il piombo è montato direttamente sul galleggiante) ad una grande distanza con estrema sensibilità sulla mangiata.





Spinning alla trota




Gli artificiali che sono usati per la pesca a spinning, sono i minnow o rapala affondanti e cucchiaini. Se peschiamo in torrente e questo è piccolo e le buche corte, è indispensbile un rotante che inizi ad agire appena tocchi l’acqua, usiamo sia Martin che Meps, più è forte la corrente e più piccola deve essere la paletta e maggiore il peso. In molti casi usiamo anche minnow dai 3 ai 6 millimetri, se piombato o galleggiante dipende dal tipo e forza dell’acqua. Un consiglio è quello di portarsi dietro di falcetti di colore chiaro, può essere la carta vincente, si possono montare direttamente sulle apposite teste piombate o su un amo apposito e poi piombare la lenza a 40-50 centimetri di distanza. In questo modo lavorano più naturalmente. Tutto ciò vale anche per il fiume.Per la colorazione dei cucchiaini li suddividiamo in: di colore argento sono usati in inverno e primavera, e i cucchiaini di colore oro e bronzo sono usati in estate. La grammatura si aggira sui 2 grammi e sono preferibili quelle con la paletta a foglia ovale piuttosto che a foglia d’olivo. Per quanto riguarda l'attrezzatura, le canne usate sono di piccole specialmente in torrente dal 1,50 fino ai 2,10 metri, con mulinelli dal 1000 a 2500 e fili non oltre lo 0.20. 

La pesca a fondo col pesce morto (Trota)

Le esche usate maggiormente nella pesca a fondo sono il lombrico e il pesce morto. Nella pesca con i lombrichi si attua la pesca classica al tocco, usando i lombrichi di terra e utilizzando una o due spaccatine (piombi) a circa 25 centimetri dall’amo che sarà del numero 5 con nylon del 18-20. Nel caso in cui l’acqua sia torbida, è consigliabile l’uso del polistirolo. La pesca con il pesce morto è sicuramente la pesca che, se fatta a dovere, dà i migliori risultati. I pesci che sono maggiormente utilizzati sono le sanguinarole e i vaironi. L’innesco del vivo viene fatto usando un amo del 4 ed infilandolo prima nel labbro superiore e poi nel labbro inferiore.
La pesca a fondo con il verme
La pesca a fondo con il verme è la classica pesca al colpo, È una pesca alla ricerca della trota fatta nell’ambiente naturale di questo pesce: i torrenti di montagna. Si può può definire una pesca di precisione.Gli ambienti di pesca avranno caratteristiche molto variegate: ogni torrente avrà caratteristiche diverse dagli altri, in comune ci saranno tratti a corrente forte e tratti a corrente media ma mai ferma. 





Per quanto riguarda la canna da pesca si usa una teleregolabile, con una lunghezza fino a 13 metri,ma l'ideale è una di  7 metri,massimo 8 metri. Le caratteristiche di queste canne è che le possiamo regolare in lunghezza a nostro piacimento con delle apposite boccole. Le boccole sono di due modelli: uno è fatto di una gomma autorestringente che ci permetterà di regolare i settori della stessa alla misura da noi desiderata. Il secondo tipo è costituito da boccole fisse, che ci permetteranno di bloccare i settori della canna a misure stabilite, solitamente settore per settore. la canna da pesca deve essere molto rigida,perchè automaticamente sarà più sensibile alla toccata e infine sarà molto più sicuro la ferrata.Ricordiamoci che le teleregolabili sono canne studiate per pescare sotto vetta principalmente. Perciò, mai lanciare come con le bolognesi: si spezzerebbero inevitabilmente. Al massimo, se dobbiamo fare dei piccoli lanci, li faremo a pendolo, cioè facendo oscillare la montatura per poi rilasciarla.


Le montature con i monofili facciamole a scalare nel diametro verso l’amo: lenza madre dello 0.22, spezzone di filo dove ci sarà la montatura dello 0.20, e finale dello 0.18. In questo genere di pesca ci incaglieremo parecchio sul fondo, così facendo non perderemo tutta la montatura ma solo il finale. Una cosa alquanto importante riguarda i finali: corti per trote in caccia e lunghi per trote apatiche. Anche il loro diametro si dovrà adeguare in base alla voracità delle trote.Un accessorio molto importante è il segnafilo (o segnalino), che ci farà sempre vedere in che punto si trova la lenza.
 


Tecnica ideale di pesca



La corona di pallini
È la montatura classica da pesca per il torrente. Ce ne sono di vari tipi che useremo in base alla corrente e alla sua profondità. Valida quando il fondo è irregolare e quando la montatura è poco soggetta a incagliarsi su di esso.Può essere con piombi distribuiti equamente oppure caricata verso la parte finale della lenza. Quando la costruiamo usiamo sempre pallini duri e non teneri, perché, toccando spesso il fondo, i piombi teneri potrebbero spostarsi e far perdere efficacia alla nostra corona.Questa montatura ci permetterà di cercare la trota in punti fissi, come ostacoli o massi (tane delle trote) o con delle passate a sondare il greto del torrente.
Montatura tipo:
  • Lenza madre 0.22
  • Segnafilo
  • Girella
  • Corona
  • Girella tripla finale
Alcuni tipi di corona:
  • La caricata, che ha il peso e la distirbuzione dei pallini verso il fondo, ottima per acque veloci. L’esca sarà sempre sul fondo, poi ci permetterà di poterla recuperare in controcorrente mantenendo sempre l’esca verso il fondo.La costruzione: girella, spezzone di filo dello 0.20, lungo 100 centimetri. Qui fisseremo 22 pallini del n° 4, i primi 8, partendo dalla girella, li metteremo a una distanza di circa 6 centimetri l’uno dall’altro, dal nono pallino al dodicesimo la distanza tra loro sarà di cinque centimetri; dal tredicesimo al quindicesimo, quattro centimetri; dal sedicesimo al diciottesimo, tre centimetri; dal diciannovesimo al ventesimo, due centimetri; i due restanti li metteremo a una distanza di un centimetro. Poi metteremo la girella doppia o tripla, mentre il finale sarà lungo dai 10 ai 30 centimetri.
  • Da ricerca, che ha i pallini della stessa misura e la distanza tra essi è di due centimetri, mentre gli ultimi otto che vanno verso il finale saranno distanziati tra loro di un centimetro. Questo per far mantenere l’esca verso il fondo.La costruzione: girella; spezzone di filo dello 0.20, lungo circa 80 centimetri. La lunghezza può esser aumentata in base al luogo di pesca. Qui fisseremo 16 pallini del n° 4 ad una distanza di due centimetri l’uno dall’altro, mentre gli ultimi quattro avranno una distanza di un centimetro. Poi metteremo la girella doppia o tripla e il finale sarà lungo dai 20 ai 30 centimetri.
  • Di Cesano, i cui pallini avranno tutti la stessa distanza, che la renderà molto naturale nei movimenti.La costruzione: girella; spezzone di filo dello 0.20, lungo circa 100 centimetri; partendo dal basso vi metteremo 15 pallini del n° 4 ad una distanza di circa 6 centimetri l’uno dall’altro; poi metteremo la girella doppia o tripla. Il finale sarà lungo circa 30 centimetri.
  • Mezza corona utile nelle acque basse.La costruzione: girella; spezzone di filo dello 0.20 lungo 45 centimetri, su cui monteremo 19 pallini del n° 3,5-4. Il primo subito sotto la girella; il secondo a sei centimetri; il terzo a 5,5 centimetri; il quarto a cinque centimetri; il quinto a 4,5 centimetri; il sesto a quattro centimetri; il settimo a 3,5 centimetri; l’ottavo a tre centimetri; il nono a 2,5 centimetri; il decimo a due centimetri; l’undicesimo a due centimetri; dal dodicesimo al quattordicesimo a 1,5 centimetri; dal quindicesimo al sedicesimo a un centimetro; dal diciassettesimo al diciannovesimo a mezzo centimetro. Poi metteremo la girella doppia o tripla e il finale sarà lungo dai 15 ai 20 centimetri.
  • Da canale, molto particolare per acque fonde e veloci.La sua costruzione: girella; spezzone di filo dello 0.20 lungo 140 centimetri, su cui monteremo 32 pallini del n° 3,5-4 a una distanza decrescente verso l’alto, poi metteremo la girella doppia o tripla e il finale sarà lungo 30 centimetri. Dovremo inoltre fissargli due, tre pallini a circa metà lunghezza.
La camolera e la moschera
La differenza sostanziale tra le due è l’esca che è montata sull’amo. Come dice la parola stessa la camolera avrà montato delle finte camole e la moschera delle finte mosche. La possiamo usare in correnti lente e medie.
La montatura: lenza madre dello 0.20; buldo; girella; finale lungo 200 centimetri dello 0.18.
Le mosche/camole saranno fissate su un bracciolo lungo 10 centimetri, che poi collegheremo al finale.
Posizionamento mosche/camole : sul finale partendo dalla girella o dal buldo la prima mosca/camola la metteremo ad una distanza di 150 centimetri. La seconda la mettiamo a circa 30 centimetri dalla prima, e l’ultima la monteremo in punta (alla fine).
Tecnica: lanciamo a monte e facciamo trasportare il tutto dalla corrente , mantenendo sempre un contatto con tutta la montatura, facciamogli fare una passata. Oppure se la corrente è nulla lanciamo e facciamo dei piccoli e lenti recuperi invogliando il pesce ad abboccare. Se peschiamo a galla saranno favolose da vedere le bollate della trota quando ghermirà la nostra insidia. Un altro sistema (sopratutto se il fondo del fiume è regolare) è di aggiungere alla fine della camolera o moschera un temolino (in questo caso l’ultima esca sarà sostituita dal temolino, e la monteremo sul tratto di finale) che trasporterà la nostra insidia sul fondo. 
Tecnica: lanciamo a monte e lasciamo trasportare il tutto dalla corrente mantenendo sempre il contatto , in modo che le nostre esche svolazzino naturalmente.


Il temolino



È un tubicino di gomma lungo circa 10-12 centimetri, generalmente di color verde al cui apice c’è una girella che servirà da collegamento alla lenza , e alla sua fine all’interno del tubetto ci sarà un piombo.Il suo uso ideale è la pesca detta a bandiera fatta in ampie buche dove ci sarà una corrente media che servirà a far svolazzare la nostra esca attirando il pesce. Se la corrente sarà troppo lenta o ferma renderà inefficace il tutto lasciando che il finale non svolazzi e si adagi sul fondo.
La montatura: lenza madre dello 0. 20; girella a tre vie (è quella con tre cerchiolini attaccati su tre lati); bracciolo/finale dello 0.18 lungo dai 30 agli 80 centimetri; spezzone di filo dello 0.16, dove sarà collegato il temolino lungo dai 50 ai 100 centimetri. Ricordiamoci che il finale sarà sempre più corto rispetto allo spezzone che monta il temolino. Il  finale dello 0.18 lungo 35 centimetri; spezzone dello 0.16 lungo 50 centimetri.
Tecnica: sarà una specie di pesca a fondo con la particolarità che sarà ad una distanza da esso prestabilita dalla nostra montatura.
Lanciamo nella buca e facciamo andare sul fondo il temolino, sarà poi la corrente stessa a rendere efficace la nostra esca. Tutte le esche vanno bene.

Pesca al cavedano 


Pesca a Fondo
La lenza è composta da nylon del 0.08 in acque limpide e del 0.12-0.16 in acque torbide. L’amo più idoneo nella pesca al cavedano è il tipo cristal a gambo diritto e lungo o corto a seconda delle esigenze.
Può anche essere forgiato o storto. I piombini preferiti sono i pallini sferici di piccola sezione e poco peso. Si adottano anche olivette spaccate. I galleggianti migliori sono sempre quelli a forma di penna d’istrice, in plastica, pavone.
La lenza si costruirà in base alla corrente. Infatti, se pescheremo in corrente più o meno veloce, si costruirà una montatura con il peso disposto in basso; se invece pescheremo in acque lente, allora si costruirà una montatura con il peso disposto verso l’alto.
Le alternative sono:
  • Piccoli vermi: vengono innescati su ami cristal dal 10 al 14
  • Portasassi: vengono innescati su ami cristal del 12-14.
  • Ciliegie: innescabili su ami cristal a gambo tondo n° 6/8 (si possono usare col nòcciolo o senza).
  • More: vanno innescate su ami cristal dal n°7 al n°8.








Pesca al cefalo


 La pesca si effettua a stretto contatto con il fondo, quindi “rischieremo” anche di catturare altre specie. In maniera particolare gioca un ruolo importante il brumeggio in quanto questo pesce vive e si nutre sempre in branco, composto da numerosi individui.

La pasturazione
Se effettuata in maniera costante e sapiente, sicuramente alla fine della giornata la bilancia ci darà enormi soddisfazioni.Ingredienti: Con circa 6 etti di farina di formaggio, un chilo di sarde macinate, o con 6 etti di pane grattugiato, aggiungendo anche 6 etti di farina di riso o glutine di mais, il tutto ben mescolato.Amalgamare bene il tutto bagnando gradatamente e si otterrà un impasto tenace tale da consentirci di realizzare palle di pastura che si disgregheranno man mano che scendono verso il fondo.Iniziamo, quindi, la pasturazione lanciando 4 o 5 palle di brumeggio grandi quanto un mandarino verso il luogo ove intendiamo pescare.

La canna
La canna dovrà avere una lunghezza variabile tra 5 e gli otto metri, meglio quindi un attrezzo lungo, ci favorirà nelle concitate fasi del recupero. Azione rigida di punta e un buon grado di robustezza e nerbo lungo il fusto. Avremo bisogno di canne con il vettino intercambiale e che possano gestire bene piombature da 2 a 30 grammi, e possibilmente in fibra di vetro per evitare rotture. Quindi canna telescopica con anelli guidafilo del tipo teleregolabile. Il mulinello basta anche di dimensioni medio piccole, caricato con un buon 0,18.

La montatura.
I braccioli vanno montati a bandiera, con un diametro tra lo 0,10 e lo 0,16, quindi più sottile del trave. Dobbiamo ricordare, infatti, che il muggine è un pesce sospettosissimo e quindi, la percentuale di allamate è proporzionale alla trasparenza ed allo spessore del filo: più sottile, più invisibile, più allamate. Il bracciolo sarà lungo circa 10 centimetri. Gli ami vanno bene dal n°14 al n°16, a seconda della marca che preferite. 

L’abboccata.
Il cefalo mangia in maniera delicata, anzi succhia l’esca. Si ripercuote, quindi, una leggera abboccata sul sensibile cimino, quasi impercettibile quando mangia dal basso verso l’alto, sollevando quindi il puntale della canna senza darci alcun  segnale. Qui è necessaria una rapida ferrata e comincia quindi il combattimento. Pochi secondi ma sempre in agguato è la rottura del filo, visto che il muggine, una volta allamato si difenderà con tutte le forze. Necessario, soprattutto per pesci di oltre il chilo,  il guadino.

Pesca del cavedano
Il Cavedano appartiene alla famiglia dei Ciprinidi.Il cavedano ha le squame grandi e dal colore verde scuro della sua livrea dorsale, con rifressi argentei sui fianchi ed il ventre bianco. Ha capacità notatore molto sviluppate date dalla sua forma molto affusolata. Nei luoghi dove raggiunge le maggiori dimensioni può arrivare ad una lunghezza di circa 60 cm e al peso di circa kg 3,5,ed è diffuso in tutta la penisola italiana in modo in particolare  nei corsi d'acqua di fondo valle.Risulta particolarmente diffidente alle esche tradizionali come i bigattini, lombrichi, pane ecc., trattandosi di una spece onnivora; tuttavia risulta facile da catturare con esche composte da sostanze organiche come il fegato di coniglio o le interiora di pollo. Viene attratto anche dagli insetti che in estate cadono sulla superficie dell'acqua, per cui si risulta efficacie anche la tecnica della pesca a mosca affogata come nel caso della pesca della trota.Il cavedano è particolarmente presente ed attivo nei fiumi dove, a volte, è facilmente individuabile in branchi presso la superficie dell'acqua. E' un pesce che ama vivere in corrente ma che è presente in gran numero anche in molti laghi.solitamente è un migratore, tendente in inverno, a dirigersi verso i fondali lacustri per poi, in primavera, tornarsene nei fiumi. La dieta di un cavedano giovane è costituita da insetti, sia aerei che acquatici, da molluschi, vermi, uova di pesce, piante e semi. Il cavedano adulto diviene un vero onnivoro, amante sia della frutta di stagione che della carne. la tecnica di pesca al cavedano è quella a fondo,seguendo questa montatura, cioè la lenza è composta da nylon del 0.08 in acque limpide e del 0.12-0.16 in acque torbide. L’amo più idoneo nella pesca al cavedano è il tipo cristal a gambo diritto e lungo o corto a seconda delle esigenze. Può anche essere forgiato o storto. I piombini preferiti sono i pallini sferici di piccola sezione e poco peso. Si adottano anche olivette spaccate. I galleggianti migliori sono sempre quelli a forma di penna d’istrice, in plastica, pavone. La lenza si costruirà in base alla corrente. Infatti, se pescheremo in corrente più o meno veloce, si costruirà una montatura con il peso disposto in basso; se invece pescheremo in acque lente, allora si costruirà una montatura con il peso disposto verso l’alto.
Le alternative sono:
  • Piccoli vermi: vengono innescati su ami cristal dal 10 al 14
  • Portasassi: vengono innescati su ami cristal del 12-14.
  • Ciliegie: innescabili su ami cristal a gambo tondo n° 6/8 (si possono usare col nòcciolo o senza).
  • More: vanno innescate su ami cristal dal n°7 al n°8.


Pesca all'anguilla


Essendo l’anguilla un pesce molto combattivo e molto potente, è indispensabile possedere una canna con cimino rigido e robusto. Il mulinello dovrà essere in grado d’imbobinare un nylon di grosso spessore. Una prima montatura consiste in una lenza madre del 030 che porta la zavorra scorrevole, da cui pende un terminale dello 025 lungo 50 centimetri, armato con un amo del 7 a gambo corto. Una seconda montatura, invece, consiste in una lenza madre dello 040, che termina con una girella a moschettone, alla quale è fissato, con un’asola, un tratto di nylon dello 035, sul quale scorre un piombo forato di 30 grammi, un tubicino di gomma paracolpi lungo 3 centimetri e termina con una girella alla qual è legato il terminale dello 030 lungo 30 centimetri armato con un amo forgiato storto del n°6. Non è necessario lanciare in mezzo al fiume, perché il più delle volte l’anguilla si trova vicino alla riva nella ricerca di cibo. L’esca che l’anguilla preferisce è senza dubbio il verme di terra, di cui si nutre tutto l’anno e che può essere innescato su ami dal n° 4 al n°7. Un’altra esca buona sono le interiora di pollo, non lavate, tagliate in pezzi lunghi 7 o 8 centimetri, che vengono infilati a calza su ami a gambo lungo di n° 6-8, in modo che l’ardiglione spunti a metà dell’esca. Si possono usare come esca anche pesci morti. La ferrata deve essere decisa e di particolare importanza è il recupero, che dovrà essere fatto il più velocemente possibile, per evitare che l’anguilla s’impigli con la coda in qualche ostacolo sott’acqua e che non sia perciò più possibile salparla.Per uccidere l’anguilla senza farla soffrire, bisogna prenderla per la testa con una mano avvolta in uno straccio e con l’altra mano colpirla energicamente con un pezzo di legno nella parte della coda, in modo da rompere il sacco linfatico. Per vedere se l’anguilla sta abboccando, è utile avere una pila o usare i campanelli appositi reperibili nei negozi specializzati di pesca. L’impiego di sostanze fosforescenti è sconsigliabile perché, se l’acqua è limpida, l’anguilla se n’accorge e fugge.






Pesca a fondo 

La pesca a fondo in acqua dolce è la tecnica di pesca più semplice che esista e praticata sin dall’antichità. Consiste nella mera azione di mettere un piombo al finale della lenza, affinché l’amo coperto dall’esca se ne resti adagiato sul fondale in attesa che qualche pesce (come: carpatincabarbo,cavedanopesce gattoanguilla, ecc…) grufolando sul fondale alla ricerca di cibo, rimanga allamato. Le dimensioni del piombo, delle lenze e degli ami, variano a seconda del tipo di acqua in cui si decide di pescare e a seconda del tipo di pesce. Se si pesca in acque lente di fiumi o laghi si possono usare anche grammature più leggere (15-20-30g), o piombi più grandi per i correntoni (50-60-80g). Il diametro dei monofili e dei finali, varia a seconda delle dimensioni e della combattività del pesce che s’intende insidiare (di solito per le carpe è consigliabile avere in bobina uno 0,35-0,40 e un finale in dacron da almeno 10 libbre). Ami piccoli (per esempio del 14-16), saranno ideali per pesci come cavedani o barbi, mentre ami di diametro più ampio (ad esempio un 4 o un 6), andranno bene per le carpe. Le esche da fondo possono essere molteplici: maislombricobigattinoformaggioamarenapolenta, ecc… La canna da pesca (di solito telescopica) deve avere un’ottima azione di punta con un cimino sensibile alle toccate (canna in carbonio o solo il cimino), ma non eccessivamente morbido, perché deve essere comunque in grado di fronteggiare la combattività di pesci anche di discreta taglia. Il mulinello, consigliabile è di medie dimensioni, deve avere una buona portata di lenza in bobina. Una volta lanciata l’esca, la canna viene adagiata su un’apposita forcella piantata a terra e vicina al pescatore in attesa, che deve essere sempre pronto ad intervenire in caso di abboccata. Fino a non molti anni fa molti pescatori si servivano dell’ausilio di un campanellino che agganciavano alla punta della canna e li metteva nell’avviso, suonando non appena il pesce abboccava. Oggi con l’avvento della moderna tecnologia di pesca il vecchio campanellino è stato quasi completamente sostituito da avvisatori elettronici inseriti nella forcella.A seguito dell’introduzione anche in Italia di tecniche più selettive ed evolute della vecchia pesca a fondo, come il Carpfishing e il Ledgering, la pesca a fondo classica ha iniziato a subire un inesorabile lento declino, con una diminuzione costante di suoi praticanti. In molte riviste di pesca sportiva non se ne parla quasi più ed anche nei siti di pesca internet sembra essere scomparsa. Tuttavia esistono ancora molti strenui sostenitori di questa tecnica di pesca che seppur classica rimane sempre profondamente affascinante.

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